Il Parco dell’Ofanto e il birdwatching a Rocchetta
Rocchetta vanta un vasto patrimonio ambientale, con estesi ettari di bosco, zone Sic, tratturi, torrenti e fiumi. Il più importante è certamente il fiume Ofanto che attraversa nel suo corso inferiore il territorio pugliese, da Rocchetta Sant’Antonio alla foce, compresa tra i comuni di Barletta e Margherita di Savoia. Unico vero fiume della siticulosa Puglia, esso rappresenta al tempo stesso un elemento di connessione storico ed ecologico tra l’interno e la costa e un confine tra due territori completamente diversi, due puglie: la Capitanata e l’Altopiano delle Murge. Questo corridoio naturale è costituito essenzialmente da una coltre di depositi alluvionali, prevalentemente ciottolosi, articolati in una serie di morbidi terrazzi che si ergono lateralmente a partire del fondovalle e verso la foce. All’arrivo nella regione, il fiume mostra la sua parte più antropizzata rispetto ai contesti più naturali e boscosi del tratto lucano e quello di Rocchetta. Le zone più interne del bacino, tuttavia, conservano, rispetto al tratto terminale, un aspetto di maggiore naturalità a causa di forme di agricoltura meno intensiva e alla mancanza di pesanti opere di regimazione delle acque che permettono un percorso del fiume meandriforme e la formazione di ampie aree naturali perifluviali. Le due sponde risultano asimmetriche rispetto alle relazioni con i paesaggi limitrofi, la destra idrografica coincide con l’innalzamento dell’altopiano murgiano dove si colloca, su un’altura a guado del fiume, la città di Canosa, mentre la sinistra idrografica sconfina con la piana del Tavoliere, dove il paesaggio agricolo si articola nel mosaico di vigneti e oliveti sui quali spicca la città di Cerignola. In modo particolare Rocchetta Sant’Antonio ospita nel suo territorio il tratto del fiume che presenta un percorso più meandriforme con ampie aree di naturalità residua perifluviali. Il profilo asimmetrico della valle si inverte, a destra il versante degradante si allontana dal fiume aprendo la valle, mentre a sinistra, il versante acclive e corrugato da calanchi avanza fino a tangere le anse fluviali. Da qui domina la valle l’Acrocoro di Madonna di Ripalta, che rappresenta un riferimento scenografico significativo e un punto panoramico da cui è possibile godere di ampie visuali dall’Appennino al mare. La mole del Vulture segnala a distanza le terre lucane che proprio a Rocchetta trovano il confine geografico tra le tre regioni, ossia Basilicata, Campania e Puglia. Il tratto pugliese più interno dove il fiume segna il confine con la Basilicata, dove abbraccia lo scalo ferroviario di Rocchetta, perde i caratteri dell’agricoltura intensiva e acquisisce le forme di una naturalità ancora legata alla morfologia del suolo.
Il Parco dell’Ofanto
Lungo il percorso sinuoso del grande fiume meridionale nasce il Parco dell’Ofanto (con Legge regionale n°37/2007, nel dicembre del 2007- Parco Regionale sul Fiume Ofanto). Il Parco rientra tra le 33 aree naturali protette, individuate dalla Regione Puglia con legge regionale 19/97, a seguito della creazione di una rete ecologica di zone speciali protette denominata rete «Natura 2000». La Regione Puglia si impegnò, nei confronti della Comunità delle Commissioni Europee, a tutelare e valorizzare parti del territorio regionale che presentavano, e presentano, particolarità ambientali degne di essere salvaguardate, quale bene da tutelare per le future generazioni ricevendone, in cambio cospicui finanziamenti. Delle trentatré aree naturali protette, allo stato attuale sono state individuate dalla nostra Regione solo diciotto e tra queste figura il Parco Regionale Fiume Ofanto. Un Parco esteso per circa quindicimila ettari, di cui circa la metà ricade in area già tutelata quale area S.I.C., (Sito d’Importanza Comunitaria). Il parco è suddiviso in zona 1 di riserva integrale e zona 2 a protezione dalle aree cuscinetto dove si può liberamente coltivare. La zona meno atrofizzata è quella di Rocchetta Sant’Antonio dove il parco ha deciso di realizzare un’area birdwatching, con strutture prefabbricate in legno per osservare la fauna ed in modo particolare gli uccelli che popolano, nidificano e crescono. E’ un zona abitata fin dalla preistoria e segnata da testimonianze archeologiche, artistiche e monumentali. Notevoli le ricchezze naturalistiche e ambientali: basti pensare che il solo alveo del fiume annovera una fauna composita che comprende mammiferi (gatto selvatico, lontra, lupo), numerose specie di uccelli (allodola, averla, aquila reale, beccaccia, calandro, colombaccio, cuculo, falco pecchiaiolo, falco pellegrino, grillaio, gufo reale, lanario, martin pescatore, merlo, nibbio bruno, nibbio reale, picchio nero, quaglia, succiacapre, tordela, tortora, tottavilla, starna), rettili (biacco, cervone, saettone, natrice tassellata, orbettino, luscegnola, ramarro, coronella); gli anfibi comprendono ululone a ventre giallo, salamandrina dagli occhiali, salamandra pezzata, rana, raganella e tritone crestato; pesci (arborella e barbo). Molto ricca è la flora, per la quale si segnalano: pioppo, faggio, leccio, cerro, castagno, roverella, tasso, ontano, agrifoglio, crespolina e praterie d’alta quota (che comprendono stellina calabrese, coda di topo, aquilegia, verbasco, cresta di Wettstein, spillone, festuca di Calabria, salvastrella, vedovella, trifoglio)..