Saperi e sapori si incontrano nella cucina tipica di Rocchetta Sant’Antonio. Un mix di gusti, odori e prelibatezze della terra sinonimo di una lunga tradizione che affonda le radici nelle cucine di un tempo caratterizzate da maiolicati fornelli a legna e dal saper legare i prodotti della terra alla saggezza contadina. Un panorama di grande qualità che fa delle peculiarità gastronomiche un unicum da apprezzare attraverso il palato. In modo particolare Rocchetta si distingue per l’antica tradizione casearia, che lungo le vie della transumanza, ha acquisito nel tempo qualità e gusto trasferendo ai nostri giorni prodotti eccezionali come il caciocavallo, la scamorza e le raffinate mozzarelle, servite pre tradizione tra le foglie di una pianta spontanea autoctona dalle proprietà conservative uniche. Far sciogliere una mozzarella in bocca, appena lavorata dalle sapienti mani dei maestri caseari, diventa una vera emozione; un trionfo di gusti e di sensazioni da non poter perdere. Una vasta gamma di prodotti, privi di conservanti e di sostanze artificiali, che danno sapore anche ai piatti tipici come i “rafajuol”: ravioli di ricotta e erbe spontanee da poter degustare con il tradizionale ragù di cappone o di maiale, imbiancato da una nevicata di ricotta dura, grattugiata sulla pasta fatta in casa per dar sapore e per rendere unico quel piatto.
Anche i prodotti da forno diventano un vero patrimonio immateriale per questi piccoli centri del crinale dei Monti Dauni. Gli Scaldatelli, taralli salati ai semi di finocchietto selvatico, sono ormai famosi in tutto il mondo. Anche il pane ritaglia un importante ruolo nella gastronomia tipica. Di grano duro o tenero, le grandi pagnotte sono il simbolo della civiltà contadina. Esse vengono utilizzate per molteplici funzione, tra queste anche come contenitore per ospitare il succulento pancotto con verdura e patate o con fave. Il pane inoltre sposa anche il ciclo delle stagioni cambiando aspetto e sapore. Durante la festa patronale dedicata a Sant’Antonio e per l’intero periodo di carnevale il pane è accompagnato da ingredienti diversi come pezzi di carne e grasso di maiale che trasformano il tipico pane nel “cuculo”. Mentre a Pasqua e Natale i forni si riempiono di buoni prodotti dal gradevole aspetto e dal “leccornioso” sapore. Dolci, calzoni di castagne e biscotti fanno da cornice a impasti lavorati e fritti e a dolci alle mandorle e noci.
Tra le tipicità non può mancare il vino. l ruolo di questo territorio, nella storia della viticoltura, era talmente rilevante che alla linea ferroviaria Avellino – Rocchetta Sant’Antonio venne dato il nome di “Ferrovia del vino”. Completamente circondata da vigneti, l’area offre vini di fama internazionale come il Greco di Tufo, il Taurasi, l’Aglianico ed il Fiano. Il Fiano di Avellino prende il nome dal vitigno omonimo, che i Latini chiamavano Vitis Apiana, grazie alle api, particolarmente ghiotte della dolcezza di queste uve. Questo vino molto apprezzato gia’ nel Medioevo, ha un’origine millenaria. Nel registro di Federico II di Svevia, vissuto nel XIII secolo, e’ annotato un ordine per tre “salme” di Fiano. Anche Carlo D’Angio’ doveva amare il buon vino, al punto di impiantare nella propria vigna reale ben 16.000 viti di Fiano. Grazie alla ricchezza in zuccheri di quest’uva, nella zona veniva ricavato un vino spumante quasi dolce, molto apprezzato a livello popolare, ma difficile da proporre al mercato nazionale ed internazionale.
Anche l’olio è particolarmente carico di proprietà organolettiche ed è alla base delle pietanze cotte e dell conserve. In modo particolare asparagi, melanzane, olive schiacciate e funghi sono degli ottimi antipasti per tutte le stagioni se conservati sott’olio.
Dopo antipasti, primi, contorni e dolci non può mancare un buon gelato artigianale. Una lunga tradizione ha fatto si che oggi è possibile degustare un ottimo prodotto a base di succhi ed estratti naturali, ricavati dai prodotti dei campi che circondano l’abitato. Anche ghiaccioli e gelati dal formato moderno vengono realizzati in maniera artigianale con elementi tipici della gastronomia locale.